Sono Medico all'Ospedale di Treviso ed il teatro è sempre stata una mia grande passione. Ho iniziato giovanissimo, alla scuola materna: Suor Rosangela organizzava con noi bambini due spettacoli all'anno, a Natale e Pasqua. Si diceva fossi, già allora, bravetto, ovviamente in relazione all’età. Fino a quando Suor Rosangela non venne trasferita a Venezia la tradizione delle recite parrocchiali continuò: fino alla quinta elementare preparava per me pezzi divertenti oppure più seriosi, da fare in gruppo o da solo con piccoli monologhi. Il trasferimento della nostra regista mise in pausa la mia carriera da teatrante. Mi tuffai allora in quella di calciatore nelle giovanili della società del mio quartiere. I risultati erano talmente disastrosi che perfino mia mamma, grande intenditrice di calcio, in quanto suo fratello aveva giocato un anno con il Genoa in serie A, mi consigliò, direi non proprio velatamente, che non valeva la pena insistere. Come per Antonello Venditti la matematica non fu il suo mestiere così lo sport non fu il mio. Ripiegai sull'arbitraggio, sempre nel mondo del calcio, collezionando un bel gruzzolo di soddisfazioni: ho infatti raggiunto i vertici della carriera regionale. Ricordo che in alcuni campi sportivi della regione i tifosi, stranamente concordi tra di loro, mi urlavano strane illazioni sull’attività lavorativa di mia madre (pur non conoscendola!) affermando, con sfrontata sicurezza, che faceva l'antico mestiere: si sarebbe, a loro dire, guadagnata da vivere non come magliaia, che era poi la sua vera occupazione, ma con uno lavoro notturno con colleghe nigeriane. Poi la laurea, le guardie mediche e l'inizio della specializzazione hanno posto fine ai miei sogni di gloria sportiva e mia madre, per tutti i tifosi, ha ripreso a fare la magliaia. Qualche anno fa l’antica passione del teatro fece capolino e iniziai così a frequentare la scuola di recitazione di S. Anna degli Alcuni a Treviso sotto la guida di Davide Stefanato e Massimo Bassan. Una esperienza coinvolgente e divertente durante la quale abbiamo portato in scena alcuni spettacoli riempiendo il teatro di molti amici e parenti (tutti adeguatamente retribuiti!!!). Il gruppo degli attori o aspiranti tali è molto simpatico e vivace e si è creata una bella complicità anche al di fuori delle scene. Un anno fa l'incontro con gli Amici di Cesco. Nicoletta Modanese, conosciuta nella Scuola degli Alcuni, mi contattò per chiedermi se volessi unirmi al gruppo: “cerchiamo per una pièce brillante un magazziniere, grande, grosso, grasso, ubriacone e dai modi rozzi... mi disse ... ti vedrei bene nella parte”. SIGH!!! ed eccomi qua. L'accoglienza è stata molto cordiale anche se all'inizio mi sentivo inadeguato: gli altri erano attori molto bravi e con tanta esperienza alle spalle sotto la guida affettuosa, ma “decisa”, di Giuliano Bozzo, che molte volte ha pazientato per le mie assenze alle prove dovute purtroppo agli impegni professionali in Ospedale. Spero davvero di poter proseguire con questa esperienza, anche se dovremo pazientare qualche mese per tornare in scena. Paolo